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Book Description brossura paperback. Condition: Molto buono (Very Good). Pagine minimamente ambrate del tempo. Copia per il resto in eccellente stato. Book. Seller Inventory # G3857nn04
Book Description Condition: Buono. Sellerio (La memoria 9 ); 1980; nosbn; 17 x 12 cm; pp. 104 ; Copertina flessibile con risvolti; Traduzione di Chiara Restivo. Nota di Leonardo Sciascia. Prima edizione nella collana. ; Presenta minimi segni d'uso ai bordi, interno ottimo; Molto buono, (come da foto). ; Nella Nuova enciclopedia, alla voce «letterati», Alberto Savinio dice: «Napoleone diventò quello che tutti sanno, ma non riuscì a diventare quello che nel suo intimo desiderava: un letterato. Comincia a quindici anni. Scrive un piccolo romanzo: Clisson et Eugénie. Scrive un dialogo: Le souper de Beaucaire. E quando non scrive si propone di scrivere, come nel proclama ai soldati dopo Waterloo: Se ho consentito a sopravvivere, è per servire ancora la vostra gloria. Scriverò le grandi cose che abbiamo compiuto assieme. E quando non scrive egli stesso, fa scrivere ad altri, come a Sant'Elena. In una confessione sincera dei suoi desideri riposti, Napoleone avrebbe scambiato, Arcole, Wagram, Austerliz per un'opera letteraria che sfidasse i secoli. Acque bastanti il Rodano non ha, per lavare il letterato delle sue colpe. delle sue invidiate colpe». Sarebbero dunque i tiranni dei letterati mancati? E lo fu Bonaparte? La risposta la troveremo in queste pagine giovanili, forse. Ma se letterato è, come dice Savinio, «colui che sa e fa professione di sapere», mai Napoleone fu così compiutamente letterato come quando, su un quaderno di scuola, annotò semplicemente: «Sant'Elena, piccola isola». ; L immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita. Italiano. Seller Inventory # 14680