Product Type
Condition
Binding
Collectible Attributes
Seller Location
Seller Rating
Seller: LIBRERIA ANTIQUARIA SOAVE, TORINO - TO, TO, Italy
First Edition
In Venetia, s.n.t., MDXLVIII. In-4° (21 x 16), ff. (4)+324 num. al recto; caratteri italici per il testo, tondi per il commento. Leg. piena pergamena coeva, dorso rifatto anticamente. Firme d'appartenenza al frontespizio, ma buon esemplare. (6300) Prima edizione, alquanto rara, apparsa a Venezia stranamente senza indicazione di stampatore (ma alcune caratteristiche tipografiche fanno pensare a Comin da Trino). Questo volgarizzamento di Terenzio è di notevole interesse per la storia della lingua italiana, come si rileva dalla fittissima mole di commenti che lo corredano; inoltre contiene al termine il testo del Fabbrini Della interpretatione della lingua Latina per via della Toscana, che era già apparso a sè stante in una rara edizione romana del 1544, e qui ripubblicato con qualche variante, in appendice a Terenzio. Esso è diviso in tre libri: "Il primo tratta di tutti i significati in volgare delle parole che in latino si trovano nel caso nominativo; il secondo riguarda i significati in volgare delle parole che in latino si trovano nel caso genitivo. il terzo è relativo al significato in volgare delle parole che in latino si trovano nel caso dativo" (D.B.I., XLIII/p. 663). Nei volgarizzamenti di Virgilio e di Terenzio "risulta preminente nel F. l'interesse di carattere linguistico, con il quale si inserisce pienamente nel dibattito culturale in corso agli inizi del sec. XVI. La ricerca e lo studio del F. furono infatti rivolti, da un lato, a stabilire un metodo di insegnamento grammaticale che consentisse un più pratico apprendimento delle lingue classiche. dall'altro a proseguire nel tentativo - già iniziato da Pietro Bembo - di elevare la lingua volgare alla dignità di quella latina attraverso lo studio e la codificazione delle relative regole sintattiche e grammaticali" (Ibid.). Giovanni Fabbrini, di Figline Valdarno (1516-80), letterato e umanista, studiò e insegnò a Roma, e nel 1547 si trasferì a Venezia, dedicandosi alla istruzione grammaticale e umanistica di diversi giovani patrizi veneziani. Mantenne sempre i contatti con la corte medicea e per vivere esercitò anche l'attività mercatoria. Vastisima fu la sua attività di volgarizzatore dei classici latini, collaborando con diversi editori veneziani e lasciando anche molti testi inediti. Curiosa al fine di quest'opera la lettera ad un amico fiorentino con cui rivendica orgogliosamente l'appartenenza alla sua patria d'origine, Fighine. Argelati, Volgarizzatori, III/pp. 219 e segg.; Adams, T.351; S.T.C., Italian Books, p. 665.
Published by Nella Stamperia di Pallade, Appresso Niccolò e Marco Pagliarini, In Roma, 1750
First Edition
Brossura. Condition: discrete. Prima edizione. Prima edizione. Opera dedicata al Marchese Girolamo Belloni. Cm.28,5x19,6. Pg.(14), 187, (1). Legatura coeva in pergamena con titoli calligrafati al dorso, che presenta alcune escoriazioni alla parte superiore. Tagli spruzzati. Vignetta decorativa al frontespizio. La prima parte del volume è interessata da marcato alone al margine inferiore esterno. Bruniture. Capilettera e cartigli calcografici. Interessante studio settecentesco di economia monetaria, qui in prima edizione. L'Opera di articola in tre parti: "Parte prima: In cui si assegnano i principj della natural Giurisprudenza alla materia appartenuta" (composta da 43 Proposizioni); "Parte seconda: In cui si applicano le dette proposizioni alla questione proposta, e la medesima si scioglie"; "Parte terza: Si da l'Istoria dei sentimenti della volgar Giurisprudenza, facendone comparazione con i principj dimostrati" (46 Proposizioni). Nessun dato biografico è emerso circa l'autore, salvo l'indicazione, fornita dal Melzi, trattarsi di un avvocato fiorentino, molto probabilmente attivo a Roma alla metà del XVIII secolo nel circolo di economisti che comprendeva anche Ferdinando Galiani e Pompeo Neri, oltre a Gerolamo Belloni, cui l'opera è dedicata dallo stampatore Pagliarini. > Melzi, II, 30, "Dell'Avvocato Fabbrini, fiorentino". Giuntella, "Roma nel Settecento", 257. Tortarolo, "L'illuminismo italiano", 204. 800 gr.
[Firenze], Giovanni Battista Cecchi e Bernardo Eredi, 1790, grande incisione all'acquaforte, mm. 508x685 (l'immagine incisa + il titolo sottostante), 514x690 (il foglio, che è rifilato all'interno dell'impronta della lastra). Incisione rarissima, qui presente nel probabile terzo stato (non esistono studi specifici sull'opera), caratterizzato dalla data 1788 in fine alla dedica degli incisori e dall'aggiunta - all'estremità inferiore della lastra, sotto titolo e dedica - della scritta: "Oh rerum vicissitudo! Petrum Leopoldum ad Hung et Bohem. Solium evectum Etruriae desiderat Anno Rep Salut. MDCCXC [1790]". Il primo stato è del 1785 (data presente anche in questo esemplare, in calce alle firme in lastra degli incisori). Si tratta in ogni caso d'una delle acqueforti fiorentine del Settecento più rare. Circoscritta gora sul margine inferiore; lievi bruniture e qualche minimo, puntiforme restauro reintegrativo.