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2 parti in un volume in-folio (388x252mm), pp. (12), 495, (81) di indice; (8), 139, (27) di ulteriore indice; legatura coeva in piena pergamena rigida con titolo calligrafato su tassello cartaceo su dorso a 4 nervi. Titolo manoscritto al taglio di piede. Frontespizi in rosso e nero con giglio giuntino. Testo su due colonne. Sparsi aloni, bruniture e fioriture, una mancanza marginale alle pp. 56-57 della seconda parte e sparsi lavori di tarlo alla stessa seconda parte. Antiche firme (una cassata) al primo frontespizio. Edizione lionese di questo repertorio di responsi giuridici su varie questioni di diritto penale, seguite da una raccolta di decisioni del Tribunale della Rota Romana in materia criminale. Il Farinacci (Roma, 1544-ivi, 1618), illustre penalista, fu Consigliere della Sacra Consulta su nomina di Clemente VIII e Procuratore Generale Fiscale della Camera Apostolica su designazione di Paolo V e giudice inflessibile, noto per la facilità con cui comminava condanne a morte. Noto per aver difeso Beatrice Cenci nel suo famosissimo processo (un altro famigerato processo coninvolse poi lo stesso Farinacci, con l'accusa di sodomia, poi caduta nel nulla solo per la grazia accordatagli da Clemente VIII), i suoi trattati giuridici (primo tra tutti la Praxis et theorica criminalis) condensarono brillantemente le codificazioni del diritto penale sino ad allora elaborate in occidente, facendo scuola per molti decenni, anche se gli studiosi moderni hanno ridimensionato il suo apporto alla storia della giurisprudenza (Franco Cordero lo ha definito mago dello scibile penalistico confusamente blaterante; cfr. Criminalia. Nascita dei sistemi penali, Roma-Bari, Laterza, 1985). Cfr. (con bibliografia) Aldo Mazzacane in Dizionario Biografico degli Italiani, volume 45, 1995: Il Farinacci ebbe fama grandissima fra i contemporanei e i giuristi del tardo diritto comune e del primo ottocento, che tuttavia non mancarono di registrarne la propensione per il malaffare. Oggetto invece di aspre censure da parte degli illuministi, quale rappresentante tipico di un sistema penale da rifiutare, ha trovato nella storiografia moderna giudizi egualmente divisi tra il moderato apprezzamento e la severa condanna. Impegnato nel difficile compito di ridurre a scienza il diritto penale, secondo il Fiorelli, dalle tinte manzoniane con le quali Franco Cordero ha dipinto la penalistica di ancien régime egli appare, al contrario, con le sue nequizie morali e intellettuali, come un esempio di quelle lingue vendute che popolano il circo penalistico del Seicento. Latino. Seller Inventory # 50237
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